“Le abitudini linguistiche sono spesso sintomi importanti di sentimenti inespressi”: una lectio magistralis su “Cos’è il fascismo. Ovvero esiste il fascismo eterno, l’Ur-Fascismo?”
Se si tratta di una lezione sull’uso e il significato di queste parole ci deve essere un “maestro”, un professore, un esperto che l’ha pronunciata. Ma sarà attendibile? Allora propongo al Lettore la sua analisi e le sue argomentazioni a sostegno della tesi sostenuta: che il fascismo non è appannaggio di un gruppo politico specifico o di un personaggio particolarmente carismatico, ma un processo strisciante con indicatori precisi che ogni cittadino può riconoscere se pone attenzione alle “parole” distinguendole dalle “chiacchiere”. Solo alla fine svelerò chi è l’autore di questa tesi. E sarà il Lettore stesso a decidere se chi la sostiene si può considerare credibile o meno.
La lezione si è tenuta in un’università americana nel 1995, dunque possiamo considerarla non inquinata dalle polemiche che quotidianamente e inutilmente ci affliggono, su questo tema, con il susseguirsi degli ultimi variopinti governi soprattutto a partire del primo giugno 2018 ad oggi. Ma questa lezione sui segnali di fascismo ancestrale può esserci utile proprio perché lontana di quasi 30 anni? Il Lettore valuterà da sé e, se interessato, al termine della lettura saprà dove trovare l’edizione integrale.
La lectio è articolata in 14 punti, che sintetizzerò aggiungendo alcune precisazioni dove necessario. Il corsivo è il testo originale, incluse le evidenziazioni in grassetto.
1- “La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto della tradizione”. Si intende il tradizionalismo che affastella pensieri e affermazioni che si riferiscono ad un ipotetico passato, ma che non ha a che vedere con la corretta memoria e documentazione storica. Si tratta “di una nuova cultura sincretista” che combina “forme diverse di credenze o pratiche. Una simile combinazione deve tollerare le contraddizioni…Come conseguenza, non ci può essere avanzamento del sapere “.
2- “Sia i fascisti che i nazisti adoravano la tecnologia” tuttavia “L’illuminismo, l’età della ragione vengono visti come l’inizio della depravazione moderna. In questo senso l’Ur-Fascismo può essere definito come “irrazionalismo”.
3- “L’azione è bella di per sé, perciò deve essere attuata prima e senza una qualunque riflessione…Perciò la cultura è sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici.”
4- “Nella cultura moderna, la comunità scientifica intende il disaccordo come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l’Ur-Fascismo, il disaccordo è tradimento”.
5- “Il disaccordo è inoltre un segno di diversità. L’Ur-fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la naturale paura della differenza.
6- “una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici è stato l’appello alle classi medie frustrate, per qualche crisi economica”.
7- “alla radice della psicologia Ur-Fascista vi è l’ossessione del complotto…ma il complotto deve venire anche dall’interno”
8- “grazie a un continuo spostamento di registro retorico, i nemici sono allo stesso tempo troppo forti e troppo deboli…I fascismi sono… costituzionalmente incapaci di valutare con obiettività la forza del nemico”
9- “Il pacifismo è allora collusione col nemico, il pacifismo è cattivo perché la vita è una guerra permanente”.
10- “Ogni cittadino appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori”.(Impossibile non cogliere l’assonanza con “Il governo dei migliori”).
11- “ciascuno è educato per diventare un eroe…Questo culto dell’eroismo è strettamente legato al culto della morte”
12- l’Ur-Fascista trasferisce la sua volontà di potenza su questioni sessuali.
13- “gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il “popolo” è concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”…Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come la “voce del popolo”.
14- “L’Ur-Fascismo “parla la neolingua”… Tutti i testi scolastici nazisti o fascisti si basavano su un lessico povero e su una sintassi elementare, al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e critico”.
Prima di svelare l’identità dell’autore devo fare due sottolineature che nel 1995 non erano accessibili, perché di là da venire, ma che sono perfettamente calzanti con l’analisi a suo tempo proposta. Mi riferisco al punto 12 e al punto 14. Mai come nei tre anni della pandemia covid-19 sono stati sparati sull’opinione pubblica e sdoganati tali e tanti problemi a sfondo sessuale e utilizzati per aizzare uno scontro polarizzato, privo di ogni fondamento di conoscenza reale e di attenzione sulle conseguenze delle scelte operate. Mi riferisco a: l’incremento spropositato di diagnosi di disforia di genere, con la conseguente castrazione farmacologica di ragazze e ragazzi prepuberi, autorizzata dai vari organi di controllo; le tematiche relative allo sdoganamento o regolamentazione dell’uso dell’utero in affitto; la “conquista” tecnica che consente agli uomini di condurre una gravidanza e partorire, così come la possibilità di disporre di uteri artificiali per la gestazione di bambini costruiti in provetta; la disponibilità medica, su ordinazione dei futuri genitori, a selezionare le caratteristiche di bambini concepiti con tecniche eterologhe; lo sdoganamento della pedofilia come semplice “orientamento sessuale” (questo è di fatto il riemergere di una vecchia “filosofia”), lo sconfinamento tra il diritto alla legittima scelta omosessuale di un individuo e una sessualità estremizzata caratterizzata da puro esibizionismo; l’introduzione dell’educazione transgender nelle scuole fin dalla prima infanzia. Questi temi delicatissimi, grezzamente trattati, hanno oscurato ma non cancellato l’incremento di violenza anche sessuale intra-familiare, fino all’omicidio, registrato proprio in epoca pandemica.
Quanto al punto 14, abbiamo assistito alla creazione della neolingua sia abusando, alterando, e così svuotando di significato, termini scientifici consolidati, sia con la proliferazione di linguaggi gergali di ogni gruppo social, trasformando la ricerca di appartenenza in trionfo dell’incomunicabilità, ma soprattutto grazie allo svuotamento della funzione formativa della scuola espressa nel Documento Ministeriale Piano Scuola 4.0.
Concludo perciò con le parole di Umberto Eco, autore della lectio magistralis, tenuta su invito alla Columbia University, il 25 aprile 1995. Mi chiedo se oggi verrebbe nuovamente invitato. Così come mi chiedo cosa avrebbe scritto se non fosse morto nel 2016.
“L’Ur- fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme, ogni giorno, in ogni parte del mondo. Libertà e liberazione sono un compito che non finisce mai”.
(U. Eco, Il fascismo eterno, (1997), La nave di Teseo, Milano, 2019)