di Miriam Gandolfi (psicologa della comunicazione e dei sistemi complessi)
In questi mesi abbiamo sentito continuamente nominare l’Agenzia Italiana del Farmaco -AIFA, l’Agenzia Europea per i Medicinali - EMA e la Food and Drug Administration - FDA americana. Si tratta delle Istituzioni che controllano e vegliano sulla correttezza e scientificità della gestione della salute pubblica. Ma sappiamo realmente cosa fanno? E soprattutto sappiamo se fanno veramente ciò che dicono di fare?
Chi può controllare se il loro lavoro è condotto sempre in modo scientificamente corretto, indipendente e trasparente?
È per rispondere a queste domande che nel 1993 nasce il Cochrane, un network internazionale indipendente, no-profit con lo scopo di raccogliere e sintetizzare evidenze scientifiche accurate e aggiornate sugli effetti degli interventi sanitari. Si chiama Cochrane, dal nome dell'epidemiologo britannico Archie Cochrane, che per primo lanciò l’allarme e richiamò l’attenzione sulla necessità di vigilare su una corretta gestione delle conoscenze e degli interventi nel campo della salute in generale e della farmacologia in particolare.
L'obiettivo della Cochrane Collaboration è quello di aiutare le persone a prendere decisioni bene informate riguardo all'assistenza sanitaria, preparando, mantenendo e garantendo l'accessibilità ad aggiornamenti sistematici sugli effetti dei diversi interventi di assistenza sanitaria.
Peter Gøtzsche è stato co-fondatore della Cochrane Collaboration, è laureato in chimica e medicina ed è docente presso l’Università di Copenhagen. Esercita questa attività di sorveglianza attiva in vari comitati. Tra questi PRISMA, per le revisioni sistematiche e le metanalisi (www.prisma-statement.org) e SPIRIT per la stesura dei protocolli degli studi clinici controllati (www.spirit-statement.org).
Ecco perché propongo il suo libro su cui si trova una disamina di tutti i vaccini attualmente usati Vaccini: verità, bugie e controversie. Alcune osservazioni sulla pandemia di coronavirus del 2019, (G. Fioriti editore, Roma) Rebecca Chandler, addetta alla psicofarmacovigilanza per l’Uppsala Monitoring Centre svedese, così lo definisce:
“Il suo libro rappresenta una rara opportunità per il lettore “laico” di leggere un’analisi delle controversie sui vaccini fatta da una delle voci più autorevoli nel campo della medicina basata sulle evidenze”.