Buona scienza. Cattivi scienziati. Quale la differenza?
di Miriam Gandolfi
E chi ci pensa ai bambini?
In questi due anni, tra le polemiche relative a responsabilità sulla gestione dell'emergenza sanitaria, sulla gestione di quella economica e da ultimo anche delle drammatiche decisioni di geopolitica, le parole più usate sono state " scienza " e "scienziati". Tirati in ballo per torturare ancora i bambini con le mascherine anche durante le ore di educazione motoria a scuola, nonostante le evidenze contrarie. Tirati in ballo per continuare con inutile uso compulsivo dei tamponi, la cui inutilità ora è sostenuta anche dal “pentito” professor Matteo Bassetti. Per continuare a fingere che non esistano cure domiciliari efficaci economiche ed anzi meno pericolose dei ricoveri. Per consentire al vice Ministro Pierpaolo Sileri di convincere la gente che il sistema immunitario di cui siamo naturalmente dotati, sì esiste, ma serve come i peli superflui ereditati dalle scimmie: chi ne ha di più chi ne ha di meno ma sostanzialmente inutili e caduchi. Insomma gli scienziati sono stati continuamente tirati in ballo per fornire ai Politici l’alibi per rimandare la "riapertura dei cancelli" e fingere di rimettere in libertà (vigilata) i cittadini. Insomma le parole scienza e scienziati sono state usate per legittimare qualunque cosa. Giornali e trasmissioni televisive e radiofoniche fanno ancora oggi a gara, siamo a fine aprile 2022, per avere come ospite il loro scienziato di turno. Grazie a dio Fabrizio Pregliasco, dopo l’imbarazzante performance natalizia, ha rinunciato al cantico di Pasqua. Benché la cronaca sia quasi completamente assorbita dalla tragedia della guerra ucraino-russa incombente, resta qualche isola dedicata alla finta cessazione delle restrizioni, rimaste vergognosamente in vigore per i disobbedienti che danno il cattivo esempio e potrebbero indurre al peccato il resto del gregge. Soprattutto i molti che hanno obbedito contro voglia e perché letteralmente presi per fame. La propaganda dei mezzi di informazione non fa sapere infatti che i sanitari restano sospesi, gli insegnati vengono degradati e parcheggiati in qualche locale isolato della scuola, per carità che non contagino gli scolari con il virus del dubbio e la capacità di pensiero critico. Che gli ordini professionali del personale sanitario sono travolti dalla protesta interna. Mentre gli scienziati filogovernativi continuano con i loro mantra a criticare i cattivi scienziati dissidenti, ma senza tuttavia dar loro voce e preferendo dibattere con personaggi che di scienza in generale nulla sanno e nulla praticano. Non parliamo poi di esperti in psicologia. Già perché anche lo studio del comportamento umano e la sofferenza psichica sarebbero un ambito della scienza, ma pare che dal magistrato alla soubrette tutti hanno una laurea honoris causa in materia. Si enunciano grandi e colpevoli differenze tra scienziati buoni e veri, e scienziati cattivi e fasulli, ma senza spiegare su quali basi la pensino diversamente. Eppure un modo per saperlo c’è. Basterebbe confrontare chi segue il metodo scientifico e chi ci elargisce opinioni personali con un linguaggio da club del golf. Il metodo scientifico pretende che venga scelto e precisato un campione significativo per numero e rappresentatività. Che si dichiari preventivamente con precisione il problema o la reazione che si intende studiare. Che vengano spiegati i metodi con cui vengono raccolti i dati e che ci sia la verifica nel tempo dei risultati raggiunti. Il punto è che, mai come in questa occasione, la parola scienza e scienziati vengono usate come se si trattasse dell'Oracolo. Ma gli scienziati sono uomini e come tutti gli uomini hanno pregi e difetti. Hanno delle opinioni, delle visioni anche politiche del mondo, subiscono più o meno il fascino del potere e del denaro e sono esposti al rischio di sviluppare psicopatologie esattamente come gli altri umani. La scienza è il prodotto intellettuale ma anche contingente degli uomini scienziati, quindi anche indicatore dello Spirito del Tempo-Zeitgeist. La storia della scienza coincide con la storia dell'Umanità dunque anche di quanto sia possibile, affascinante, comodo o pericoloso essere acquiescenti o dissidenti.
Galileo dovette fingere di ammettere di essersi sbagliato per salvare la pelle. Leonardo Da Vinci appassionato di cucina, da giovane ingenuo e ancora del tutto idealista, volle dedicarsi a questa attività. Come tutti i geni era troppo in anticipo sui tempi e, dopo aver inventato i coperchi (all'epoca questo compito era affidato a teli scomodi, malsani e a pericolo di incendio), i tappi e il cavatappi (fin lì le bottiglie erano chiusa con la cera) e numerosi attrezzi da cucina che oggi ci vengono proposti nelle televendite, volle aprire una sua locanda dove trasformava le vivande in opere d'arte. Oggi sarebbe andato alla grande, ma all'epoca fallì. Dunque riconvertì la sua azienda e trasformò sbucciapatate, affetta vivande e sbattitori in macchine da guerra. Ovviamente apportando qualche opportuna modifica! Questo gli valse onori e soprattutto una vecchiaia tranquilla. Evito esempi nella storia più recente e dagli effetti tragici per l'umanità. Ma l'allarme per la libertà di ricerca e la libera circolazione dei risultati dell'attività scientifica è stato lanciato da tempo, da scienziati autorevoli in tutte le discipline.
Anche nel mio ambito professionale di psicologia clinica e psicologia dell'età evolutiva, ci confrontiamo tutti i giorni con il problema di come la scienza può essere piegata o usata per altri scopi che non sono la tutela della salute.
Ministero della Salute, Ministero dell'Istruzione, Ministero dell'Università e della Ricerca, Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), sono tutti luoghi dove gli scienziati sono presenti come consulenti, ma sono anche i luoghi dove si muovono i cordoni della borsa e dove si costruiscono carriere. Non per nulla l'Industria Farmaceutica Italiana è tra le poche che ha un costante aumento di fatturato, anzi più il tempo è di crisi e più il bilancio è positivo. In questi mesi lo stesso si può dire per la ripresa dell’industria bellica, mentre il resto delle nostre industrie sta andando a gambe all’aria. D’altra parte storia della guerra, storia della chimica e storia della medicina sono da sempre concatenate.
E a proposito di gestione scientifica della pandemia, esattamente l’8 aprile 2020 era uscita in sordina la notizia che Mauro Ferrari, Presidente del Consiglio Europeo per la Ricerca (ERC) aveva dato le dimissioni per non essere riuscito a mettere in piedi un progetto di ricerca a livello europeo sul covid-19. Cioè a introdurre sistemi di verifica e controllo globale a scapito di interessi economici e di carriera particolari. La notizia fatta rapidamente sparire e data allora in un minuscolo trafiletto conferma l’insegnamento di un personaggio che di metodo scientifico e soprattutto di comunicazione se ne intendeva: Umberto Eco. Insegnava che le " piccole notizie a margine" sono quelle più significative e informative.
La scienza è il processo con cui l'uomo cerca di dare risposte alle domande che la vita pone, ma a differenza di altre forme di pensiero è disposta a coltivare dubbi e incertezze piuttosto che certezze granitiche. Certo le seconde si vendono meglio, ma devono rifuggire dal confronto sul metodo. Non esiste scienza senza rispetto del metodo scientifico, unica garanzia delle affermazioni esposte.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come mai tanti scienziati e ricercatori in ambito delle scienze della vita (medici di ogni specialità, genetisti, biologi, psicologi, economisti, sociologi, filosofi, climatologi, ecc..) hanno opposto resistenza e dura critica alla gestione della sindemia e sono stati silenziati e screditati? Segnalo che il termine pandemia è improprio in questi casi e obsoleto dagli anni ’90 del secolo scorso.
Possibile che le nostre università sfornino così tanti pericolosi, ansiosi e incompetenti? Come è stato possibile che siano stati assunti ed abbiano potuto lavorare fino al marzo 2020? E i Primari o i Dirigenti di servizi ed ospedali non si sono accorti di avere alle dipendenze una massa di ipocondriaci ignoranti? Oppure a questo punto dobbiamo cominciare a riconsiderare i metodi di assegnazione di primariati e docenze universitarie? E i professionisti dell’informazione possibile non sappiano riconoscere se un giornalista scientifico (esiste una scuola per formarli) utilizzi informazioni fedeli al metodo o al marketing? Sono decenni che scienziati di tutte le discipline, fisica astronomica e nucleare e matematica incluse, segnalano il problema dell’indipendenza della ricerca scientifica. Fisica, ingegneria, biotecnologie, medicina e psicologia dipendono dai cospicui finanziamenti dei Ministeri della Difesa di tutti gli Stati e naturalmente dalle ditte farmaceutiche (S. Fletcher, All’ombra di Einstein, Bollati Boringhieri, Torino, 2019). Questi a loro volta sono orientati dai “Signori delle Borse”. Eppure esiste chi cerca di produrre documentazione scientificamente indipendente ed affidabile applicando il metodo scientifico allo studio di chi produce e vende la scienza. Questo un piccolo assaggio di un’agenzia che si occupa di questo lavoro di controllo: “all’inizio del 2014 abbiamo provato il software su un primo campione di 1364 articoli di biomedicina scelti a caso tra quelli appena pubblicati, il risultato non si è fatto attendere: il 5,7% degli articoli esaminati conteneva almeno una manipolazione, e il 6,7% degli autori del campione risultava coinvolto. Ampliando lo studio […] la percentuale di articoli manipolati oscilla dal 3 all’11% [...]. Va notato che anche questa è una stima per difetto del numero di articoli falsi in circolazione” (p.95). “[…] a seguito di casi di frode clamorosa in alcuni Paesi sono stati introdotti nuovi regolamenti - in Inghilterra, negli Stati Uniti e in Germania, per esempio – […] senza tuttavia sortire effetti rilevanti sul numero di frodi commesse, perché non hanno colpito alla base le cause della frode scientifica […] tanto è vero che l’accademia si sta interrogando su come bloccare le pubblicazioni fraudolente prima che finiscano nei titoli dei quotidiani” (p. 107).( E. Bucci. 2015. Cattivi scienziati. La frode nella ricerca scientifica. Add, Torino).
Tornando al covid e alla tutela dei bambini, basta confrontare due ricerche. Pfizer, con rapido asservimento del nostro ministro Speranza, insiste a chiedere la somministrazione della terza dose del siero sperimentale a bambini tra i 5 e gli 11 anni, studiata su campione di 140 soggetti: miserrimo per numero e rappresentatività data l’ampia fascia d’età. Mentre esistono fior di ricerche metodologicamente serie che pubblicano risultati allarmanti. (https://orax.me/blog/forum_art_det.asp?id=56&02/04/2022%2018:51:54
La buona scienza ci ha insegnato un’altra cosa, che gli effetti di una scoperta si possono conoscere e valutare solo a lungo termine, ecco perché essa obbliga al dubbio e alla precauzione. Questo sarebbe il metodo per distinguere gli scienziati da altri tipi di mestiere e riconoscere l’affidabilità delle scoperte scientifiche.
Ma come si vede la libertà della Scienza non è tanto maggiore di quella sperimentata da Leonardo e da Galileo: il potere del denaro e dell’inquisizione, anche se laica, è rimasto lo stesso!