La Psicologia nasce nel momento stesso in cui homo si percepisce diverso dagli altri esseri viventi.
Questo avviene nella notte dei tempi.
Ancora oggi continuiamo a trovare reperti che spostano indietro l’inizio della preistoria. È lì che nasce quello che chiamiamo comportamento cosciente. Gli studiosi del comportamento associano a questo momento la nascita dell’intelligenza umana.
L’intelligenza è stata considerata, fino a pochi anni fa, lo spartiacque tra gli umani e gli altri animali. Tuttavia nel corso del tempo il nostro narcisismo ha dovuto accettare che atti di intelligenza cosciente, individuale ma soprattutto collettiva, sono presenti anche in altri mammiferi, uccelli e perfino pesci e celenterati, soprattutto i polpi.
Perciò cercare di definirla, misurarla, stimolarla, controllarla è la sfida faticosa degli studiosi del comportamento. L’ultima frontiera di questa sfida è addirittura tentare di costruirla, come cercano di fare ingegneri e biotecnologi che si occupano di intelligenza artificiale robotica (A.I.) e di organismi “aumentati”.
Francis Galton, fu il primo ad avere l’idea di poterla misurare per stabilire il confine tra intelligenza e stupidità. Essendo cugino di Darwin gli parve che misurare l’intelligenza potesse essere un buon metodo, oggi diremmo evidence based perché affidato ad un numero, per tracciare una linea di demarcazione non solo tra homo e altri animali ma anche tra l’Uomo normale e i sub-normali e gli a-normali, non compiutamente evoluti. Da allora ci è voluto molto tempo perché anche agli umani di sesso femminile venisse concesso di varcare quel confine. Comunque ad oggi definire l’intelligenza suscita ancora un grande dibattito. Infatti non è stato trovato l’organo, il pezzo di macchina umana o meccanica che risponda a tutte le domande sollevate dai comportamenti di scelta di strategie per risolvere un problema. Per quanto le neuroscienze ci provino a collocarla nel cervello constatano ogni giorno che non è sufficiente.
Dove stia la mente e cosa ci voglia per farla funzionare ancora non lo sappiamo.
Gli psichiatri e gli psicologi che guardano con speranza a neurobiologi e genetisti, confidano che si troverà il neurotrasmettitore o il gene che spieghino quei comportamenti de-menti, irrazionali, che fanno fare cose stupide e assurde alle persone delle quali loro devono occuparsi. Ma ad oggi siamo ancora in alto mare.
Non riuscendo a definirla e collocarla con precisione, gli scienziati del comportamento hanno pensato almeno di misurarla: quando c’è o non c’è intelligenza? Quanta ce ne vuole per essere considerati normali o sotto la norma? E poi attenzione, perché anche in questo campo il troppo stroppia, perché si è scoperto che i plus-dotati possono sviluppare comportamenti disfunzionali e incomprensibili. E qui comincia il pasticcio: cercando di analizzare l’intelligenza come se fosse un composto chimico, una provetta di sangue da cui estrarre i sui componenti, c’è chi è arrivato a individuarne ben 120 tipi (J.P. Guilford). La fabbrica dei tests di misurazione delle variegate intelligenze e le case editrici che li pubblicano ringraziano!
Da tempo per entrare in alcune università o per scegliere certe carriere è necessario accludere al curriculum l’esito dei test del MENSA, che attesti la superiorità intellettiva del candidato. Ogni curioso, se vuole, può accedere on line nei siti che promettono di misurare di quanta intelligenza si è dotati. Basta digitare in internet e naturalmente scaricare un’app a pagamento.
La definizione generale che vede l’intelligenza come la capacità di risolvere problemi non ci risolve quello di capire perché persone, sostanzialmente e certamente intelligenti, compiano anche delle enormi stupidaggini. Ciò appare un mistero, perché in generale restano persone assennate e competenti, ma sembrano aver incontrato una buccia di psico-banana su cui scivolare rovinosamente. Per questo da psicologa sono da sempre affascinata da ciò che appare insensato, assurdo o stupido.
Mentre esistono montagne di testi dedicati all’intelligenza, quasi nulla è dedicato alla stupidità. Sono riuscita a trovare due gioielli, di altissima qualità ma abbordabili da chiunque sia interessato. Il primo è di Magnus Enzensberger. Geniale come lui è il suo Nel labirinto dell’intelligenza. Purtroppo l’edizione italiana è stata stupidamente epurata del sottotitolo: “Una guida per idioti”. Il secondo è un altro piccolo diamante: “Le leggi fondamentali della stupidità” di Carlo M. Cipolla. La sua ironia pungente e acuta ne rende la lettura un vero ricostituente per l’intelligenza. La seconda Legge Fondamentale asserisce che “La probabilità che una persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona”. Legge davvero democratica non solo perché dimostra che gli individui stupidi, da psicologa preferisco – che mettono in atto comportamenti stupidi – sono proporzionalmente presenti sia nella popolazione femminile sia maschile (in pieno rispetto della tormentosa parità di genere e variazioni sul tema) e indifferentemente dall’estrazione sociale e culturale fino ad includere vincitori di premi Nobel. Come lo stesso Cipolla afferma “risultato difficile da accettare e digerire, ma troppe prove… ne provano la fondamentale validità”. Arriviamo così alla terza Legge: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita”.
Oggi, 2 novembre, i telegiornali ci consegnano immagini di bagnanti entusiasti anche in Liguria e a Trieste o intenti ad abbronzarsi a quota 2000 metri. Intervistati, sembrano essere stati punti dalla cicala del famoso apologo: se la godono felici, perché pare che il paventato disastro ecologico sia solo una strumentalizzazione di miliardari maneggioni. La prova? Un Nobel per la fisica come Carlo Rubbia garantisce che la temperatura della terra è diminuita non aumentata. Ci ricorda che il clima della terra è sempre cambiato e che durante il periodo dell’ultimo milione di anni la terra è stata dominata da periodi di glaciazione in cui la temperatura media era di meno 10 gradi, tranne brevissimi periodi in cui c’è stata una temperatura come quella di oggi. A sostegno di questa tesi seguono abbondanti citazioni storiche, da Annibale che attraversa le Alpi con gli elefanti, all’anno Mille, con le sue angosce catastrofiste, in cui vi sarebbe stato un aumento della temperatura simile a quella di epoca romana. Tuttavia riconosce che l’aumento vertiginoso di umani sul pianeta problemi ne crea, eccome. Ma si ricorderà che l’altro premio Nobel nostrano, Giorgio Parisi, ha promosso una raccolta di firme addirittura su Change.org, proprio sostenendo l’opposto, ovvero la catastrofe climatica. Per la verità Parisi aveva già accettato di essere ingaggiato nella battaglia di sostegno alla campagna di inoculazione di un pro farmaco genico sperimentale rimodulante l’mRna, spacciato per vaccino, anche dopo che da tempo erano documentati affetti avversi gravi e enormi interessi, totalmente estranei a quelli della tutela della salute. Chi è affidabile?
A Cipolla non sfugge l’alto rischio di scivoloni nella stupidità, come da lui definita, tra personaggi affascinati e dediti alla conquista del potere. A questo tema scottante dedica un capitolo, anche perché il potenziale danno, non solo alla propria credibilità e onorabilità, ma soprattutto per gli altri è enorme. Negli ultimi tre anni non sono certo mancati gli esempi, ma può bastare una delle ultime esternazioni del Presidente della nostra sofferente Repubblica, resa asfittica da innumerevoli violazioni della sua Costituzione, che i politici a parole definiscono bellissima. Mi riferisco alla Sua paterna raccomandazione al neo insediato Governo di non abbassare la guardia verso quel cattivone di Sars-Cov-2. Di andarci piano a tornare ad appropriarci dei nostri diritti di cittadini. Un po' come una mamma che al figlio in procinto di partire per il viaggio di nozze dica, davanti agli invitati: ricordati la canottiera di lana!
Da psicologa e in particolare da psicologa della comunicazione so che ogni comportamento ha sempre un senso e che è banale, oltre che fuorviante, ridurlo a follia o a stupidità. Non può sfuggire che le diverse personalità citate, insieme a molte altre, sono state arruolate loro malgrado o si arruolano volontariamente nella diatriba sterilmente polarizzata in cui si mette tutto in un mucchio. No vaccino, no catastrofe climatica, no guerra, in un polo e sì vaccino, sì catastrofe climatica e urgente transizione, sì guerra nel polo opposto.
Questa polarizzazione è il metodo ambiguo di agire e coprire giochi di potere, fingendo di affrontare contenuti importanti, soprattutto piegando la scienza a mera facciata scientista. Esso ha l’effetto di paralizzare la comprensione dei processi in atto e di inibire la soluzione dei problemi che l’uomo stesso crea ed alimenta.
Gregory Bateson ha studiato e messo in evidenza come follia e stupidità siano il prodotto di tali processi che, perseguendo il potere fine a sé stesso, diventano altamente autodistruttivi.
Il primo passo per uscire da questo, Malström, il mitico vortice nel mare del Nord, che non lascia scampo a chi gli si avvicini troppo, sarebbe recuperare l’onestà intellettuale e riconoscere le falsificazioni di cui si è cercato di nutrire la propria sete di potere e di controllo.
Il secondo sarebbe quello di chiedere scusa ammettendo di averlo fatto.
Ma entrambi questi comportamenti: abbandonare l’autoinganno e riconoscere l’altro come un interlocutore alla pari richiedono di abbandonare la stupidità autolesiva di cui solo gli umani, tra tutti i viventi, sono portatori.
Ripensando alle affermazioni di Rubbia dobbiamo prendere atto che la storia di homo confrontata con un milione di anni e ancor più con la vita dell’Universo è grande come un escremento di topo.
Forse meglio così. Grazie alla nostra stupidità prima togliamo il disturbo prima lo lasceremo in pace.